mercoledì 16 novembre 2011

My Russia

Dopo quasi tre mesi passati qui, finalmente arriva il primo post direttamente dalla Russia.
In generale va tutto bene, anzi benissimo! Sebbene ho avuto dei momenti di crisi, di nostalgia e di smarrimento, credo di aver trovato il mio posto anche qui, nella fredda Cheboksary.
Ammetto che a volte casa mia mi manca, mi manca il suo profumo, le risate che la avvolgono sempre, e soprattutto mi manca la mia famiglia; mi mancano i miei amici e fare due chiacchere sapendo quello che ti dicono e soprattutto quello che stai dicendo tu. Tuttavia, la vita dall'altra parte scorre abbastanza bene, la gente è un po' meno solare, meno sciolta, ma impari a goderti le piccole cose che riescono comunque a trasmetterti; percepisci la loro voglia di conoscerti, e il loro dispiacere quando non ci si capisce; percepisci il loro voler farti sentire a casa, quando sanno che niente può sostituire casa propria.
E piano piano il voler comunicare e il voler capire, ti spinge a studiare come mai prima. Ma quando poi riesci davvero a capire quello che ti chiedono, la soddisfazione di vedere la sorpresa nei loro occhi è immensa. 'Io capisco.' E ti basta queso magari per rallegrare un po' una grigia giornata piovosa.
E' questo che impari quando sei un exchange student, a godere delle piccole conquiste quotidiane. Qualche sorriso di ragazzi che ti incrociano per i corridoi e non hanno il coraggio di parlarti, perchè non sanno bene l'inglese; piccole conversazioni che porti avanti a gesti, più che a parole, e bambine che nonostante tutto ti capiscono lo stesso; insegnanti che si stupiscono del fatto che effettivamente capisci qualcosa. Sono piccole cose che hanno aiutato a superare brutti momenti, e che hanno contribuito alla mia felicità qui.
Ora l'inverno è arrivato, con i suoi -10 gradi e i suoi 20 cm di neve (siamo ancora a novembre!), quindi non esco spesso, e se esco lo faccio solo con alri exchange students, perchè gli altri ragazzi sono troppo presi a studiare o preferiscono stare a casa, come la mia host-sister, ma ci si diverte lo stesso.
Per ora il post sta diventando troppo lungo, ergo noioso (non che mi aspetti che qualcuno lo legga davvero, ma non si sa mai) quindi chiudo. Alla prossima puntanta con 'avventure dalla fredda russia' argomento del giorno: ragazze di plastica che in confronto Barbie è una racchia.

Ps. allego foto dalla grande Mosca! <3 (io sono la giapponese xD)

venerdì 22 aprile 2011

Girl, Interrupted.

Have you ever confused a dream with life? Or stolen something when you have the cash? Have you ever been blue? Or thought your train was moving while sitting still? Maybe I was just crazy. Maybe it was the '60's. Or maybe I was just a girl... interrupted.
 {Susanna Kaysen, narrating

E' un film? E' una storia vera? E' una lezione su come vivere? E' una storia di matti? Di drogati? Forse è tutto questo, e anche di più. E' un film che ti rimane impresso nella mente e nel cuore, forse per le straordinarie interpretazioni, ma anche per la storia tanto assurda da essere basata sulla vera vita di Susanna Kaysen. 
E' il viaggio di una ragazza alla ricerca di sè stessa, ma questa volta ci arriva passando da un manicomio, dove capisce che forse non è lei, o le sue amiche internate, ad essere realmente pazze. Forse quella che la società definisce "pazzia" è solo "diversità"; diversità nel vedere le cose, diversità nel percepire il mondo.
Non ho letto il libro, cosa che farò presto, quindi non posso esprimermi riguardo alla storia vera, ma posso solo lodare un film che mi ha davvero lasciato qualcosa dentro, e sono davvero pochi quelli che riescono a farlo.



giovedì 3 marzo 2011

Russia 2011/2012

Dopo una lunga, lunghissima attesa che pareva non finire mai, finalmente è arrivata l'attesa notizia: "...Tamara è risultata vincitrice del Concorso Nazionale Intercultura ed è stata assegnata al PROGRAMMA ANNUALE IN RUSSIA."
Ancora non ci credo e non faccio altro che rileggere quella lettera. E' un sogno che diventa realtà.
Molti si chiedono quale persona sana di mente sceglierebbe mai la Russia o un altro qualsiasi paese che non siano gli Stati Uniti? Beh, forse ci vuole una persona che abbia quella follia, quel coraggio che la spingono a sfidare continuamente sè stessa e il mondo.
Quasi nessuno riesce a capire quanto mi senta felice a dire: "Mi hanno presa per l'anno in Russia!" e davvero nessuno capisce la mia delusione quando mi sento rispondere: "La Russia?! Perchè non gli Stati Uniti o un posto dove si parla inglese?". Sapete, ho capito che forse, invece di rispondere, un sorriso e un "perchè mi piace" bastano, perchè anche se glielo spiegassi, non coglierebbero quel sentimento che mi ha spinta a scegliere un paese apparentemente in ombra (come tutte le altre opzioni che ho segnato).
A dire il vero quello che mi ha davvero spinta è la curiosità. Curiosità verso popoli diversi, con tradizioni e costumi propri, con una lingua affascinante. O semplicemente la voglia di capire quanto in realtà siamo uguali.
Partirò per la mia avventura, con un pizzico di malinconia per le persone che lascio qui, ma con un'immensa voglia di conoscere e crescere.

martedì 8 febbraio 2011

Noi, amanti dei Libri.

  "Noi non sappiamo che farcene dei libri insignificanti, dei libri vuoti, dei libri fatti per piacere.
  "Noi non vogliamo libri raffazzonati, scritti in fretta e furia, si sbrighi, me lo finisca entro luglio, a settembre facciamo un lancio come si deve e ne vendiamo centomila copie di sicuro.
  "Vogliamo libri scritti per noi che dubitiamo di tutto, che piangiamo per un niente, che sobbalziamo per ogni minimo rumore alle spalle.
  "Vogliamo libri che al loro autore siano costati molto, libri in cui si siano depositati i suoi anni di lavoro, il suo mal di schiena, i suoi punti morti, qualche volta il suo panico all'idea di perdersi, il suo scoraggiamento, il suo coraggio, la sua angoscia, la sua tenacia, il rischio che si è assunto di sbagliare.
  "Vogliamo libri splendidi che ci tuffino nello splendore del reale e lì ci tengano avvinti; libri che ci provino come l'amore sia all'opera nel mondo accanto al male e totalmente contro di lui, anche se talvolta non si capisce, e che lo sia sempre, tanto quanto il dolore lacererà sempre i nostri cuori. Vogliamo buoni romanzi.
  "Vogliamo libri che non ignorino niente della tragedia umana, niente delle meraviglie quotidiane, libri che ci facciano tornare l'aria nei polmoni.
  "E se anche ne uscisse uno ogni dieci anni, se anche dovessimo aspettare dieci anni perché venga pubblicato un altro Vies minuscules, a noi basterebbe. Non vogliamo altro." 

{Laurence Cossè, "La libreria del buon romanzo"